IUniScuola. Stranieri a scuola, sono 1.000 i progetti per il loro inserimento

Quando parliamo di inserimento degli alunni stranieri nelle scuole lombarde è necessario distinguere tra i servizi (buoni scuola, voucher, mense, trasporti, ecc) che vengono garantiti a loro come lo sono agli alunni italiani, senza alcuna discriminazione, ed invece i progetti che mirano a facilitare la loro integrazione nel nostro contesto linguistico, culturale e sociale. A questo proposito è stato assai prezioso il lavoro fatto dal nostro Osservatorio regionale per la Multietnicità che da dieci anni fornisce, non solo a noi ma a tutta l'Italia, preziosi dati sui quali poi è possibile elaborare le scelte più adeguate".

Lo ha sostenuto l'assessore alla Famiglia e Solidarietà Sociale della Regione Lombardia, Giulio Boscagli, intervenendo questo pomeriggio alla Tavola rotonda, organizzata dalla casa editrice Mursia per presentare alcune sue nuove proposte editoriali realizzate per aiutare i ragazzi immigrati ad apprendere l'italiano e ad inserirsi nel programma di studio. Alla Tavola rotonda ha partecipato anche il direttore scolastico regionale per la Lombardia Giuseppe Colosio.

"In Lombardia - ha detto l'assessore Boscagli - nell'ultimo anno scolastico gli alunni stranieri sono stati 152.000; erano 21.700 dieci anni fa. Un flusso in costante crescita che si prevede debba aumentare quest'anno di circa 8/10.000 nuovi studenti".

Nelle scuole lombarde, dalle materne alle medie, un alunno su 8 è straniero (in media il 12-13% del totale degli alunni). La percentuale è di poco inferiore nelle scuole secondarie di secondo grado (7%).
In media costituiscono il 10% del totale degli alunni lombardi, contro una media nazionale del 6,4%".


"Di fronte a questa realtà - ha affermato l'assessore - il nostro Osservatorio ha censito oltre mille progetti di educazione interculturale realizzati nelle scuole della Lombardia; un numero superiore a quello di qualsiasi altra Regione italiana".

"Il modo migliore per favorire l'inserimento - ha concluso l'assessore - credo comunque sia quello di tener conto delle specificità, non solo dei ragazzi ma anche delle diverse realtà e situazioni. Per quanto riguarda quindi la presenza nelle classi di ragazzi che non parlano l'italiano, condivido la scelta del ministro Gelmini, di stabilire un tetto, anche se, come ha accennato anche il direttore Colosio, questa, penso, debba poi essere lasciata, in ultima istanza e con senso di realismo, alla decisione responsabile della direzione generale regionale".
(Lombardia Notizie) Ln - Milano

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